9 Febbraio 2017
Si parlerà del Veneto e della caccia con ARCI CACCIA a “Hit Show”, il salone internazionale per caccia, tiro sportivo, individual protection e cinofilia venatoria il prossimo fine settimana, dall’11 al 13 di febbraio, alla Fiera di Vicenza. Ma si parlerà soprattutto del futuro di questa passione e il ruolo che ricoprirà il cacciatore ecologo, impegnato nella difesa della natura e dell’equilibrio dell’ambiente. Ne è certo Giuliano Ezzelini Storti, Vicepresidente nazionale e referente per il nord Italia dell’ARCI Caccia.
In che modo sarete presenti al salone internazionale?
Non vogliamo fare “solo” una presenza vetrina in questa che sta diventando la Fiera più importante a livello nazionale per la promozione della passione della caccia. Abbiamo deciso di integrare la nostra presenza, come ormai facciamo negli ultimi anni, con una serie di iniziative pubbliche su temi che interessano la caccia a livello generale ma soprattutto a livello veneto. Per questo motivo sabato, in una stanza apposita della Fiera, alle 12.30 si riunirà il Consiglio Nazionale ARCI Caccia. Domenica, invece, oltre alla consueta presenza nello stand si parlerà del futuro della caccia in Veneto. Tutto ciò in preparazione del congresso regionale che abbiamo in mente di organizzare a giugno. Sarà allora che allargheremo la discussione a tutti coloro che vorranno intervenire su questi temi.
Recentemente la Regione Veneto ha approvato una legge controversa e criticata: chi disturberà i cacciatori potrà essere sanzionato con multe da 600 a 3.600 euro. Cosa ne pensate?
Partiamo dal presupposto che, come al solito, di fronte a necessità vere si danno risposte sbagliate. E’ vero che dobbiamo salvaguardare chi paga le tasse e che quindi possa svolgere la propria passione venatoria come previsto dalla legge 157 del 1992. Però è anche vero che non si possono approvare o comunque proporre leggi che fanno incattivire il resto del mondo. Sarebbe il caso di cercare, e trovare, un punto di equilibro per dare risposte a esigenze concrete senza fare propaganda fine a sé stessa.
Il governatore Luca Zaia ha detto “no” alla proposta di abbattimento selettivo del 5 per cento degli lupi, presentata dal ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti. Quindi va bene la caccia selettiva per i cinghiali e non per i lupi?
In questo caso non si deve parlare di abbattimento selettivo di lupi o di cinghiali ma occorre parlare di tutela per la biodiversità. E che una specie non prevalga sull’altra. E’ chiaro che se c’è un sovrannumero di ungulati ritornano i carnivori in maniera pesante e creano problemi: i lupi attaccano pecore e capre e i cinghiali distruggono l’agricoltura. Ripeto dobbiamo garantire la biodiversità con strumenti efficaci. Non dobbiamo dimenticare che il sovrannumero di quella specie non garantisce assolutamente la sua permanenza in un territorio ma addirittura mette a rischio anche le altre.
Quindi quale potrebbe essere una soluzione?
Mantenere a tutti i costi un equilibrio e il cacciatore in tutto ciò può davvero dare un apporto valido. Non confondiamo però cacciatore e bracconiere che sono due cose completamente diverse e sicuramente non sovrapponibili. Facciamo in modo che, tramite una normativa, l’intervento del cacciatore sia utile per mantenere la biodiversità. Ecco quindi che entra in campo il cacciatore ecologico che è al centro della filosofia e del modo che noi di Arcicaccia intendiamo l’attività venatoria.